Andrea Tavano
Sono nato il 18 maggio 1977. Non un giorno a caso: la sera stessa la Juventus vinceva il suo primo trofeo europeo: la Coppa Uefa, a Bilbao, contro l’Athletic. Sono sposato, ho una figlia e vivo a Torino. Oltre al pallone, mi appassiona il tennis che, a differenza del primo, riesco anche a giocare in forme per lo meno accettabili. Mi piacciono: il marxismo, la letteratura russa, Hugo, Melville, Kubrick, Fellini, il cinema americano anni settanta, i libri di storia, il vino, Lenin e Trotzky, il Che Guevara, Mandela, i dolci, la lotta di classe, Cezanne, Davis e Coltrane, il jazz in generale, il mare, i Pink Floyd, i Nirvana, Brian Eno, Beethoven, Tchaikovsky e, la cosa più bella del mondo, giocare con mia figlia. E anche scrivere di calcio. // andrea@calcioparziale.it // I suoi articoli
Deni Pasini
Nato nella città più ventosa d’Italia, dimostra fin da bambino un grande talento calcistico. Il suo insegnante di educazione fisica delle elementari lo porta alla società sportiva della Fulgor, vendendolo come il nuovo Scirea del calcio italiano. Al contrario della dolce ed elegante flemma del campione del mondo il nostro dimostra una folle propensione per l’attacco, supera sempre e comunque il centrocampo palla al piede, diventando ben presto la disperazione del suo tecnico. Ma ecco il primo colpo di scena: Amir Bogdanovic, allenatore croato della gloriosa squadra del Ponziana, lo vede giocare e lo tessera immediatamente. Cambia il suo ruolo in campo e lo fa diventare fantasista/seconda punta. Nel campionato Esordienti, con la gloriosa maglia ponzianina, esplode: 25 gol in 25 partite, assist, tunnel e meraviglie tecniche assortite. Il padre, ex calciatore del Cagliari, piange alle sue partite e ne esalta le doti al bar del quartiere, sostenendo che il vero nome del figlio è Diego, mica sto nomignolo buzzurro che la madre gli ha dato. E quindi, in questo luminoso districarsi verso la gloria, arriviamo al dramma del secondo colpo di scena. Finale provinciale del campionato Esordienti, Ponziana contro Triestina. A 5 minuti dalla fine, col punteggio bloccato sullo 0 a 0, il nostro si lancia in area, il cross da destra è troppo arretrato ma il bambino prodigio si coordina e scocca la rovesciata perfetta, quella da figurine Panini. La palla prende una traiettoria secca e decisa, si alza da terra e spegne la sua corsa all’incrocio dei pali. Sul ribaltamento di fronte la Triestina organizza un contropiede perfetto: gol, 1 a 0 e partita finita. Ed è così che finisce un talento in erba. Deni smette di andare agli allenamenti e in breve tempo appende le scarpette al chiodo, non supererà mai il trauma adolescenziale e alimenterà sempre più la depressione per il primo grande fallimento della sua vita nelle osterie giuliane, tra alcol e sigarette. Deni scrive di calcio perchè almeno una volta all’anno sogna quel pallone in fondo alla rete. E una banda di bambini con pantaloncini e magliette sporche correre festanti verso il centrocampo, sorridendo gioiosamente alla vita. // deni@calcioparziale.it // I suoi articoli
Enzo Palatella
Nasco nel 1978 nei dintorni di Torino e il mio primo ricordo risale all’11 luglio 1982: mi piacerebbe ricordare l’urlo di Tardelli e invece mi ricordo soltanto di una bandierina tricolore autoprodotta finita nel Po nel corso dei festeggiamenti. Cresco nelle fila dell’A.C. Moncalieri, dove maturo una certa esperienza nel ruolo di portiere in seconda, uno di quei ruoli che ti fa davvero fare i conti con la solitudine. Qualche dissapore con la dirigenza e qualche ritardo dello sviluppo (ancora adesso non supero i 175 cm) portano alla fine dell’avventura agonistica e alla maturazione di un vago rancore nei confronti dei lungagnoni, soprattutto se portieri. Inizio a scrivere di sport – soprattutto calcio – per diverse testate locali e non, mettendosi in luce grazie al mio talento e al vezzo di schiaffare 4 d’ufficio in pagella a tutti i portieri più alti di 180 cm. Attualmente vivo in Svizzera romanda sotto falso nome. Amo la musica triste, definirmi juventino critico e il Lagavulin 16. // enzo@calcioparziale.it // I suoi articoli
Stefano Trinchero
Sono nato a Vercelli nel 1979 e per il momento non mi è ancora riuscito di compiere imprese autobiograficamente rilevanti. // stefano@calcioparziale.it // I suoi articoli