salvador

Le partite drammatiche della storia del calcio: El Salvador – Honduras

Probabilmente alla fatidica domanda “Qual è stata la partita più drammatica della storia del calcio?”, molti risponderebbero d’istinto la finale di Coppa Campioni dell’Heysel tra Juventus e Liverpool. Altri, ricorderebbero la partita tra Dinamo e Stella Rossa del 1990, la famosa ginocchiata di Boban, gli scontri durissimi tra tifosi e forze dell’ordine, preludio di quella che sarebbe stata una devastante guerra civile.

Pochi, pochissimi, probabilmente i tifosi di calcio più anzianotti e magari dotati di buona memoria, vi risponderebbero lo spareggio delle qualificazioni mondiali di Messico 1970 tra El Salvador e Honduras.

Antefatto

Siamo nel 1969 e i rapporti tra i due stati centroamericani sono tesissimi. Proprio in quell’anno, Osvaldo Lopez Arellano, il dittatore dell’Honduras appoggiato dai latifondisti e dagli Stati Uniti prende una decisione clamorosa: la terra degli immigrati salvadoregni, trasferitosi in massa nella nazione honduregna dopo la Convenzione bilaterale del 1967, viene confiscata e passa ai contadini dell’Honduras. A causa di questo provvedimento, preso per alleviare le condizioni d’indigenza dei contadini honduregni che minacciavano scioperi e insurrezioni in tutto il paese, 300000 salvadoregni perdono tutti i loro possedimenti terrieri e vengono immediatamente espulsi con solo biglietto d’andata verso la terra natìa. El Salvador grida all’illegalità di tale disposizione che fa carta straccia della precedente Convenzione stipulata tra i due stati: proprio in un clima così drammatico, il calcio ci mette lo zampino.

Calcio e Guerra

L’Honduras arriva alla finale per un posto ai mondiali di Messico 70 battendo il Costarica, mentre El Salvador strapazza le Antille Olandesi: per un caso malefico del destino quindi, le due nazioni in grave conflitto diplomatico si ritrovano di fronte per la qualificazione ai Mondiali di calcio. L’andata della finale si gioca a Tegucigalpa. La sera prima della partita, i giocatori di El Salvador subiscono l’assedio notturno del loro albergo da parte dei tifosi honduregni; non chiudono occhio e all’indomani si ritrovano il pullman con le gomme tagliate, arrivando solo nel tardo pomeriggio allo stadio, scortati dalla polizia locale. La partita, giocata in un clima via via sempre più intimidatorio, vedrà la vittoria dell’Honduras per 1 a 0.

Il ritorno, ancora più drammatico e segnato da gravissimi scontri che porteranno al linciaggio di 2 tifosi honduregni, vede la netta vittoria di El Salvador per 3 a 0, coi giocatori in trasferta più impegnati a portare la pelle a casa che a giocare a calcio, accompagnati al ritorno verso l’aeroporto dai carro armati dell’esercito. Le regole internazionali attualmente vigenti darebbero il pass mondiale a El Salvador, ma all’epoca la differenza reti non conta e quindi bisogna giocare una terza partita di spareggio in campo neutro.

Il 27 giugno 1969 lo Stadio Azteca di Città del Messico è una bolgia disumana; 5000 poliziotti in assetto antisommossa cercano disperatamente e invano di controllare l’ordine pubblico. Le due tifoserie, accorse in massa, vengono a contatto già fuori dallo stadio, dandosele di santa ragione praticamente per tutta la durata della partita. Il match è combattuto, si lotta furiosamente su ogni pallone e l’arbitro sventola cartellini a destra e a manca. Sfruttando un enorme papera del portiere Varela, al minuto 10 Martinez porta in vantaggio l’El Salvador con un tiro rasoterra che passa tra le gambe dell’estremo difensore avversario. Neanche il tempo di festeggiare e l’attaccante dell’Honduras Rigoberto Gomez inventa la perla di una magnifica “cilena”. Il pallone sbatte sul palo e s’insacca all’angolo basso alla destra di Fernandez, 1 a 1 e palla al centro. Alla mezz’ora altro svarione difensivo dell’Honduras e doppietta di Martinez, stavolta con un bel piattone destro dal limite dell’area. Nel secondo tempo al minuto 50 pareggia in mischia l’attaccante honduregno Cardona. Dopo la prima pirotecnica ora di gioco, le squadre appaiono stanche e mirano a coprirsi. E così ci si avvia verso i supplementari, mentre la tensione sugli spalti esplode continuamente in focolai di violenza tra le due tifoserie.

Festeggiamenti e proteste.

Festeggiamenti e proteste.

Se non fosse per i morti e la cieca violenza di una guerra alle porte, si direbbe che la poesia del gioco del calcio esista e resista sempre e comunque, anche in una partita del genere. Al minuto 101 infatti, Mauricio Rodriguez detto “el Pipo“, un attaccante di scarso livello con l’apparenza più da impiegato in pensione che da calciatore, si inserisce senza palla in area di rigore; e proprio perchè il destino di un pallone che rotola può essere beffardo e imprevedibile, e una palla talvolta può passare misteriosamente tra due difensori centrali, ecco che Rodriguez dimentica tutta la mediocrità di una modesta carriera calcistica e in spaccata anticipa il portiere avversario . “El Pipo”  dopo il gol rimane stremato a terra, mentre i compagni lo abbracciano e i fotografi (bei tempi,ndr) lo circondano per immortalare il momento storico. El Salvador batte Honduras 3 a 2, i tifosi salvadoregni invadono il campo per festeggiare, quelli honduregni pure ma per farsi giustizia. Ne seguirà una rissa colossale che si protrarrà per le strade di Città del Messico tutta la notte. Rodriguez verrà immediatamente proclamato eroe nazionale, mentre la sera stessa l’Honduras romperà i rapporti diplomatici con El Salvador. Fu l’inizio di quella che il grande giornalista polacco Kapuscinki chiamerà ” La guerra del fùtbol“.

Share Button

Lascia un Commento

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>