Massimiliano Allegri

Apologia di Massimiliano Allegri

Alla fine l’esonero di Massimiliano Allegri è arrivato: la sconfitta per 4-3 contro il Sassuolo è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso e forse Barbara Berlusconi ha avuto ragione nel dire:

Non è più tollerabile che i nostri tifosi assistano a prestazioni inaccettabili come queste.

Esonero inevitabile? Probabilmente sì, in particolare dopo che lo stesso Allegri, solo qualche giorno fa, aveva dichiarato che questa sarebbe stata la sua ultima stagione al Milan. Continuare sulla stessa strada, in certi casi, non affatto saggio, è solo uno sterile esercizio di masochismo.

Se invece parliamo di responsabilità e di meriti, però, risulta difficile mettere in croce il tecnico toscano, la cui permanenza al Milan non sarà forse ricordata come la più felice dell’era Berlusconi, ma probabilmente non per colpa sua.

Annata da dimenticare

Un uomo non esattamente felice

Un uomo non esattamente felice – fonte silvio-berlusconi-fc.com

La debacle di Reggio Emilia è stato soltanto l’ultima stazione di una via crucis iniziata ad agosto con la sconfitta per 2-1 in casa della matricola (che si rivelerà terribile strada facendo) Hellas Verona e poi continuata con qualche vittoria, qualche pareggio acciuffato all’ultimo secondo (Torino-Milan 2-2, Bologna-Milan 3-3) e tanta mediocrità. I rossoneri perdono regolarmente tutti gli scontri con le prime della classe (Napoli, Juventus, Fiorentina, Inter) riuscendo a mettere in cascina un punticino soltanto con la Roma a dicembre. La classifica piange, ma anche fuori dal campo c’è poco da ridere: l’avvento di Barbara Berlusconi e il teatrino messo in piedi con Adriano Galliani (resto, vado, resto) rappresenta un capitolo penoso di mancanza di una leadership forte, che delegittima tanto Galliani quanto Allegri, in un lungo processo di logoramento i cui risultati si vedono anche in campo.

Chiaramente, in situazioni come queste, la cosa più semplice da fare è mandare via il tecnico. Ma mai come in questo caso è difficile addossare delle colpe precise al povero Allegri.

Un progetto inesistente

Il tecnico toscano avrebbe davvero potuto fare più di quello che ha fatto? Scudetto all’esordio, poi secondo e terzo posto, e sempre un posto in Champions. Il tutto mentre la sua rosa si trasforma seguendo una logica difficile da leggere e fatta di operazioni spot (Ibrahimovic, Balotelli, Kakà) e di scarsissima programmazione. Comprendiamo la politica austera dei rinnovi agli ultra trentenni, ma la relativa linea verde che ne dovrebbe scaturire resta solo sulla carta, e in tutto questo Allegri non sembra di certo avere voce in capitolo.

Così ridevano.

Così ridevano.

Magari ci sbagliamo, ma l’impressione è che da diversi anni Silvio Berlusconi si sia semplicemente stancato di spendere soldi ed energie per il suo ex giocattolo preferito. Non una colpa mortale in sé, sia chiaro, ma probabilmente sarebbe stato più rispettoso nei confronti dei tifosi passare la mano, o quanto meno ammettere che il Milan sarebbe andato incontro ad una fase di ridimensionamento. Galliani si è comportato di conseguenza, cercando di ricavare il massimo da una situazione non propriamente ideale, ma il risultato è che il Milan nel corso degli ultimi anni si è indebolito drammaticamente. Il che andrebbe bene se si fosse fatto un discorso di prospettiva, ma nei fatti non è successo nemmeno questo.

Diamo un’occhiata alla rosa 2010/2011. In base al minutaggio in campo, la formazione ideale del Milan era la seguente: Abbiati (33); Nesta (34), Abate(24), Thiago Silva (26), Antonini (28); Gattuso (33), Seedorf (34), Boateng (23); Robinho (26), Ibrahimovic (29), Pato (21). Oggi è la seguente: Abbiati (36); Zapata (27), Abate (27), Mexès (31), Constant (26); De Jong (29), Poli (24), Montolivo (28); Kakà (31), Balotelli (23), Matri (29). Lasciamo per un attimo perdere i valori assoluti dei singoli giocatori e concentriamoci sull’età media dopo la presunta sterzata verde imposta dall’alto. Nel 2010/11 è di 28,27 anni, nel 2013/14 è di… 28,27 anni. In apparenza non è cambiato niente, ma a guardare i nomi in campo la situazione è drasticamente peggiorata: la coppia centrale Zapata – Mexès non è nemmeno vagamente paragonabile a quella formata da Nesta e Thiago Silva, così come il centrocampo è notevolmente inferiore a quello della prima annata di Allegri. In attacco il discorso è differente: alla fine dello scorso campionato si aveva l’impressione che il Milan avesse il migliore trio d’attacco di prospettiva: Balotelli, El Shaarawy e Niang sembravano comporre un tridente su cui puntare forte per gli anni a venire, ma poi il Faraone si è perso tra malanni fisici, mentre Niang è stato mandato in prestito al Montpellier. Se a tutto questo aggiungiamo la cessione di Boateng ad una cifra francamente ridicola, la frittata è fatta.

Nozze con i fichi secchi

Allegri in conferenza Champions.

Allegri in conferenza Champions.

Eppure, in questa situazione tutt’altro che entusiasmante, Allegri è riuscito davvero a fare miracoli. Gli hanno smantellato la squadra di fronte agli occhi eppure lui è sempre riuscito a portare a termine la missione di centrare il posto nell’Europa che conta e il suo ruolino in Champions, considerato il periodo di vacche magre attraversato dalle squadre europee, non è stato per nulla male: ottavi nel 2010/11, quarti nel 2011/12 e 2012/13 e adesso lascia la squadra negli ottavi. Nessuno, tra i tecnici italiani, è riuscito a fare meglio nell’ultimo quadriennio.

L’impressione è che grazie ad Allegri, il Milan abbia reso ben oltre le sue possibilità negli ultimi anni, riuscendo sempre a galleggiare oltre la mediocrità di una rosa che non è mai stata davvero all’altezza delle aspettative dei tifosi e degli addetti ai lavori.

Il futuro del Milan

E adesso? La situazione societaria è delle più confuse, con ruoli che si sovrappongono e con un Galliani che rischia sinceramente di venir esautorato una volta per tutte, e per la panchina – come previsto – si è seguita una scelta emotiva, con Clarence Seedorf, una vecchia gloria ancora nel cuore dei tifosi, e poco importa se non ha alcuna esperienza nel guidare squadre maggiori, è un buon nome per cercare ancora una volta di nascondere i problemi sotto il tappeto. Ma il progetto continua a non esserci e di certo non potrà essere Honda – bel giocatore, mica no – a risolvere i problemi di una squadra priva di carattere e di talento e di una società che non ha ancora chiarito dove vuole andare.

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4 commenti
  1. Buonasera. Ho letto questo articolo sull’allenatore Massimo Allegri e anche io penso che se parliamo di responsabilità e di meriti, risulta difficile mettere le croci su questa persona che prima di un allenatore è anche un grande signore. Soprattutto nella luce del fatto che mentre allenatori come Massimo Allegri vengono licenziati, ci sono persone come per esempio l’allenatore Carmine Percuoco, della squadra Eureka di Settimo Torinese, categoria esordienti, che ancora allenano nonostante che hanno dimostrato come allenatori e pure come uomini che non sono capaci. Io per esempio vorrei portare l’esempio di mio figlio Gaetano, che non viene mai fatto giocare perché dice che è basso. Però l’altro giorno mi telefona l’allenatore Percuoco e mi dice: Mirco, tu che ciai la macchina grande da imbianchino, non la potresti mettere la macchina per andare in trasferta a Canelli?
    A parte che io non ce l’ho la macchina da imbianchino ma ci ho semplicemente la macchina Dacia, io gli risposto: e che ci vengo a fare a Canelli che tanto Gaetano non lo fai giocare mai? E lui m’ha detto: no, no, vieni, che se metti la macchina te lo faccio giocare. A me m’era sembrato strano perché quando vanno a giocare a Rivarolo e a Caluso, che sono vicini, a me non m’invitano mai. Mo’ che bisognava mettere i quaranta euro di benzina per andare fino a Canelli, subito m’hanno chiamato. Allora siamo partiti io e Gaetano davanti, e dietro Pagliuso, Rabaudo e Flagiello, che loro giocano terzino, centrocampista e attaccante, nonostante che mio figlio secondo me è più forte. Alla fine, Gaetano non ha giocato manco ‘sta volta, e al viaggio di ritorno Pagliuso, Rabaudo e Flagiello si sono pure messi a fare la gara di piriti nel sedile di dietro, che a gennaio non si può manco aprire il finestrino per pigliare un poco d’aria. Ma a me non è che mi da fastidio la gara di piriti, però mi da fastidio che l’hanno fatta da zitti, di nascosto, e che a Gaetano non l’hanno chiamato solo perché era seduto davanti. Perché Gaetano è vero che a calcio è basso, però secondo me a piriti è forte.
    Inoltre volevo chiedere se era possibile ascoltare il brano Fernando del complesso musicale gli Abba.

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