Proviamo a prendere le vicende del calcio mondiale tra nazionali ed a dividerle come si fa per la storia delle nazioni. Cerchiamo quindi di estrarre le linee di tendenza dominanti solo attraverso i risultati. Di evidenziare le spartizioni delle vittorie tra Paesi e federazioni continenali. Mettiamo da parte per un po’ tattica, estetica e tifo, intanto non scappano ed interpretiamo il gioco del calcio come un ciclico scontro tra potenze.
Ogni suddivisione storica è necessariamente parziale. Figuriamoci questa, che è un gioco su di un gioco. Ed ogni suddivisione ha i suoi criteri.
1) I cicli sono costruiti sulla base, innanzitutto, di fattori cronologici. Poi, come accennato, sono determinati in ragione dei risultati, delle nazionali che li hanno conseguiti e dei continenti a cui appartengono. Un elemento consegna essenzialmente la dignità di ciclo al percorso di una nazionale: la conquista della coppa.
2) Ho preso in considerazione solo i mondiali di calcio. I Giochi olimpici hanno sempre presentato criteri di partecipazione così particolari, e talvolta astrusi, da non risultare molto attendibili negli esiti. I campionati continentali, pur avendo la loro importanza, sono limitati geograficamente e spesso hanno condotto a risultati molto in contrasto con quelli delle Coppe del mondo. Si veda ad esempio, in ambito europeo, le affermazioni della Spagna nel ’64, della Cecoslovacchia nel ’76, della Danimarca nel ’92 o della Grecia nel 2004. Oppure, volgendo lo sguardo alla Copa America, il titolo è stato vinto dalla Bolivia nel ’63, dal Paraguay nel ’79, dall’Uruguay nel ’87 e dalla Colombia nel 2001. Poco da spartire con i mondiali di quegli anni.
3) E dunque, all’interno dei campionati mondiali, ho posto all’attenzione essenzialmente alle prime quattro per ogni edizione, quale discrimine per un risultato in grado di caratterizzare un periodo storico del calcio. Sempre e comunque in astratto, si intende.
All’interno di un’analisi di questo tipo, alcuni elementi assumono un aspetto centrale. Intanto, la storia del calcio si struttura essenzialmente attraverso una dicotomia Europa – Sudamerica. Su venti edizioni iridate, e quindi su ottanta nazionali ai primi quattro posti per ogni edizione, solo due sono al di fuori di queste federazioni calcistiche. Altro elemento determinante: solo in quattro occasioni europee e sudamericane non si alternano nella vittoria finale. Avviene nel 1938 e nel 1962, quando Italia e Brasile si confermano campioni, ma soprattutto avviene nelle ultime due edizioni della Coppa del Mondo.
1930 – 1950: Il dominio di Uruguay ed Italia
Il primo ciclo storico del calcio mondiale occupa il primo ventennio dei mondiali ed è caratterizzato dal dominio netto di due nazioni: Uruguay e Italia. Nasce così immediatamente il confronto tra Sudamerica ed Europa. Come già anticipato, l’Italia mette a segno la prima grande doppietta della storia del calcio, nel ’34 e nel ’38. Proprio nell’edizione francese del campionato troviamo una grande e decisiva sfida intercontinentale: Italia - Brasile, in semifinale. I mondiali vinti dall’Italia sono giocati in Europa e controllati dalle europee: quattro semifinaliste su quattro nel 1934, tre su quattro nel mondiale successivo, finaliste esclusivamente del vecchio continente. Nel 1930 gli azzurri non partecipano al mondiale, nel 1950 escono al primo turno. Dopo un periodo d’oro, l’Italia inizia così un lungo ciclo nazionale negativo che si protrarrà sino al mondiale del 1966 incluso.
Nella storica partita contro il Brasile del 1950 l’Uruguay bissa il titolo del ’30, dopo aver saltato le due precedenti edizioni del mondiale. Il ciclo uruguagio si concluderà nel 1954, in semifinale, quando subiscono la prima sconfitta ai mondiali in una grande partita contro l’Ungheria. Poteva essere un passaggio di consegne, ma andò diversamente. I mondiali vinti dalla celeste sono prettamente sudamericani, in netta contrapposizione con i mondiali vinti dall’Italia. Nel ’30 c’è solo un’europea tra le prime quattro, evento mai più ripetuto sinora, ed una finale tutta sudamericana. Sempre nell’edizione del 1930 troviamo tra le prime quattro una nazione non appartenente nè alla federazione calcistica sudamericana nè a quella europea, ovvero gli Stati Uniti. Passerano 72 anni prima che l’evento si ripeta nuovamente. Campione e vicecampione sono latinomericane anche nel ’50. Per l’ultima volta, fra le prime due al mondo non c’è un’europea.
Il mondiale brasiliano del 1950 in realtà è pressochè a metà strada tra due cicli. La distanza di dodici anni dalla precedente edizione a casua della seconda guerra mondiale ed il secondo posto del Brasile sposterebbero il peso della scelta sul ciclo successivo. La Coppa però l’ha vinta l’Uruguay ed in questo gioco la storia la scrivono i vincitori.
1954 – 1970: Il grande ciclo brasiliano
Tra il 1954 ed il 1970 il Brasile mette a segno una serie di risultati in grado da soli di caratterizzare un periodo storico del calcio. Su cinque edizioni dei campionati del mondo, ne vince tre, bucando solo il mondiale del ’54 (esce ai quarti) e quello del ’66 (esce al primo turno). Realizza la seconda e finora ultima doppietta della storia. È la prima squadra a vincere al di fuori del proprio continente, ed avviene in Svezia, nel 1958, dove sconfigge ben cinque nazionali europee. Volendo, il grande ciclo brasiliano si può allungare anche oltre il periodo in oggetto, andando a ricomprendere ulteriori e prestigiosi piazzamenti: a priori il secondo posto del 1950 e la semifinale del 1938; a posteriori, l’ingresso fra le prime quattro nel 1974 e nel 1978.
Unico altro ciclo nazionale del periodo è quello tedesco. Su cinque edizioni, la Germania (Ovest) vince quella del ’54, è seconda nel ’66, in semifinale nel ’58 e nel ’70. Ma come vedremo in seguito, è un ciclo che assolutamente non si ferma nel 1970. Proprio l’edizione messicana dei mondiali raggruppa tra le semifinaliste una sorta di summa tra i due cicli: Brasile, Italia, Uruguay e Germania Ovest. Assieme, sette titoli su otto edizioni. Unica esclusa è l’Inghilterra, campione nel 1966 ma incapace di creare un vero e proprio ciclo. Nel 1970 alcune partite sono centrali nella storia dei mondiali: la semifinale tra Italia e Germania e la finale, che assegna definitivamente la Coppa Rimet al Brasile, a scapito dell’Italia.
Alla superiorità sudamericana con il Brasile fa da contraltare una crescita della presenza europea tra le prime quattro. Solo nel ’62 e nel ’70 le sudamericane pareggiano il numero di europee in semifinale. Nel ’54 e nel ’58 è tre a uno per l’Europa, e nel primo caso è finale tutta europea. Nel 1966 il mondiale è in mano all’Europa, che occupa tutti i quattro i posti in semifinale.
1974 – 2002: L’età dell’alternanza perfetta
In questi ventotto anni si riscontra una regolare alternanza tra Sudamerica ed Europa, con quattro titoli a testa: da una parte, due a testa per Argentina e Brasile, dall’altra due per i tedeschi, uno per Italia e Francia. Il trofeo in palio non è più la Coppa Rimet, bensì la Coppa FIFA. Ma la regola dell’assegnazione definitiva dopo tre vittorie scompare. Si susseguono inoltre alcuni importanti cicli nazionali. Tra il ’74 ed il ’90 la Germania occidentale, oltre alle due vittorie citate, partecipa ad altrettante finali. È la prima nazionale a raggiungere la finale di Coppa del Mondo per tre volte di fila (’82, ’86 e ’90). In realtà il ciclo tedesco attraversa due periodi storici ed è un unico grande ciclo che dura trentasei anni. L’Argentina, poi, tra il ’78 ed il ’90, conquista due titoli ed una finale. C’è un nuovo ciclo italiano che porta in dote la Coppa del 1982, la finale del 1994 ed i piazzamenti nel 1978 e nel 1990. Il ciclo dell’Italia può essere considerato il cuore di un periodo vincente più ampio, che parte dalla finale del ’70 e termina con il quarto titolo vinto nel 2006. Abbiamo ancora il Brasile, che in otto anni è in grado di vincere due mondiali e di partecipare ad una finale (1994 – 2002). E per finire il mini-ciclo della Francia, campione nel ’98 e vicecampione nel 2006.
La forte presenza europea fra le prime quattro resta costante. Solo nel 1978 troviamo due sudamericane fra le prime quattro al mondo. Nel 1982 le semifinaliste sono tutte europee; nelle altre edizioni provengono dall’Europa tre semifinaliste su quattro, salvo la prima edizione del nuovo secolo. Nel 2002 infatti, per la prima volta dal 1930, c’è una semifinalista al di fuori di Europa ed America Latina, cioè un’asiatica. Le africane invece sfiorano le semifinali nel 1990 e nel 2002, così come accadrà nel 2010, ma falliscono.
Alcune partite decisive del periodo. C’è la sfida per il terzo titolo assoluto tra Italia e Germania Ovest nel 1982 e tra tedeschi ed argentini nel 1990. Sempre nel 1990, è da ricordare la semifinale tra Italia ed Argentina, nel pieno dei cicli vincenti delle due squadre. Il mondiale italiano è un momento chiave della storia del calcio, con otto titoli mondiali sui tredici disputati che si incrociano in semifinale. C’è poi la sfida per il quarto titolo assoluto tra Brasile ed Italia nel 1994 ed inoltre la conquista del quinto titolo mondiale da parte dei brasiliani contro la Germania (unificata) nel 2002. Una particolarità: Argentina e Germania Ovest scendono in campo nell’ultimo atto delle edizioni ’86 e ’90, ed è la prima finale ripetuta nella storia dei mondiali.
2006 – 2014: L’egemonia europea
L’analisi è necessariamente limitata al 2014 e pertanto impone un taglio netto, quasi come se la storia del calcio si interrompesse qui. In ogni caso, sin da ora le edizioni mondiali del periodo in oggetto evidenziano il tratto caratteristico di un’affermazione netta del calcio europeo. Le tre coppe sono vinte da Italia, Spagna e Germania. L’Europa conquista nove semifinaliste su dodici e cinque finaliste su sei. La leggera ripresa del Sudamerica nel 2014, con due squadre tra le prime quattro, al momento non inverte la tendenza.
L’incontro che segnerà storicamente questo dominio è senza dubbio la recente e devastante vittoria della Germania sul Brasile nella semifinale del mondiale 2014. Non è comunque l’unico esempio. L’Argentina perde tre mondiali di fila contro i tedeschi. I brasiliani salutano le competizioni del 2006 e del 2010 ai quarti, per mano di Francia e Olanda. Altre partite di notevole importanza nel periodo sono la semifinale del 2006 tra Italia e Germania, nonché la finale dello stesso mondiale, fra l’Italia, al termine del suo lungo ciclo vincente, e la Francia.
Ma il ciclo nazionale che realmente contraddistingue il calcio agli albori del ventunesimo secolo è il nuovo ciclo tedesco: finale nel 2002; semifinale nel 2006 e nel 2010; campioni del mondo nel 2014 e quarto titolo di sempre. Il mondiale brasiliano è quasi un parallelo con il mondiale messicano del 1970. Le semifinali sono la summa della Coppa FIFA e quindi del calcio internazionale negli ultimi decenni. Fra le prime quattro si presentano la Germania con due vittorie (assumendola come continuatrice anche calcistica della Germania Ovest), l’Argentina ed il Brasile, squadre anch’esse bicampioni, sempre restando nell’ambito della Coppa FIFA. In assoluto, le coppe vinte dalle semifinaliste del 2014 sono ben dieci. Manca solo l’Italia. Al suo posto c’è l’Olanda, zero titoli ma ben tre finali alle spalle. Germania – Argentina diventa per ora la finale disputata in più occasioni (tre).
Ho segnalato sin dall’inizio come l’elemento chiave della storia del calcio mondiale per nazioni si-a stato il duopolio Europa – Sudamerica. Il dato saliente degli ultimi anni è l’installarsi di un monopolio europeo i cui contorni sono ancora da decifrare appieno. Ci aggiorniamo nel 2018. Per chiudere, l’elenco delle prime quattro per ogni edizione mondiale sinora giocata.
ANNO (Paese ospitante) |
CAMPIONE | VICECAMPIONE | TERZA E QUARTA |
---|---|---|---|
1930 (Uruguay) |
Uruguay | Argentina | Stati Uniti d’America Jugoslavia |
1934 (Italia) |
Italia | Cecoslovacchia | Germania Austria |
1938 (Francia) |
Italia | Ungheria | Brasile Svezia |
1950 (Brasile) |
Uruguay | Brasile | Svezia Spagna |
1954 (Svizzera) |
Germania Ovest | Ungheria | Austria Uruguay |
1958 (Svezia) |
Brasile | Svezia | Francia Germania Ovest |
1962 (Cile) |
Brasile | Cecoslovacchia | Cile Jugoslavia |
1966 (Inghilterra) |
Inghilterra | Germania Ovest | Portogallo Unione Sovietica |
1970 (Messico) |
Brasile | Italia | Germania Ovest Uruguay |
1974 (Germania Ovest) |
Germania Ovest | Olanda | Polonia Brasile |
1978 (Argentina) |
Argentina | Olanda | Brasile Italia |
1982 (Spagna) |
Italia | Germania Ovest | Polonia Francia |
1986 (Messico) |
Argentina | Germania Ovest | Francia Belgio |
1990 (Italia) |
Germania Ovest | Argentina | Italia Inghilterra |
1994 (Stati Uniti d’America) |
Brasile | Italia | Svezia Bulgaria |
1998 (Francia) |
Francia | Brasile | Croazia Olanda |
2002 (Corea del Sud e Giappone) |
Brasile | Germania | Turchia Corea del Sud |
2006 (Germania) |
Italia | Francia | Germania Portogallo |
2010 (Sudafrica) |
Spagna | Olanda | Germania Uruguay |
2014 (Brasile) |
Germania | Argentina | Olanda Brasile |